L’UDI raccoglie il grido disperato delle donne afghane e l’appello accorato della regista Sahraa Karimi, prima donna presidente del cinema afghano, ora in fuga da Kabul verso una località segreta essendo un obiettivo militare dei talebani, come tutte le donne, le bambine, le professionalità afghane che in vent’anni, sono state protagoniste di un percorso storico di evoluzione e di emancipazione.
Gravissime sono le responsabilità per quello che sta succedendo dell’occidente e del nostro paese che ha condiviso le scelte belliche degli Stati Uniti verso l’Afghanistan in nome della lotta al terrorismo, della democrazia e della libertà delle donne. Di fronte ad una tragedia di cui tutti i governi italiani, a partire dal 2000, sono corresponsabili, l’UDI chiede al Governo in carica l’immediata istituzione di un organismo dotato di poteri e risorse economiche che: - appronti e gestisca programmi governativi immediati e rapidi di evacuazione dall’Afghanistan per tutti quelli che vogliono lasciare il Paese; - individui i percorsi migliori per rendere possibili corridoi umanitari per donne, bambini e bambine; - gestisca l’accoglienza nel nostro paese, organizzando anche il volontariato sia delle associazioni sia delle/i singole/i; - disegni un futuro che preveda ad esempio per le donne il riconoscimento di rifugiate politiche. Per passare dalle parole ai fatti, dai proclami teorici alle soluzioni concrete, sono tante le donne in Italia, pronte ad accogliere altre donne, quante si ritrovano nella lista di proscrizione dei talebani. Come negli anni '40, la Resistenza internazionale contro ogni violenza e sopruso non è mai finita e l’UDI, coerentemente con le proprie radici storiche, partecipa attivamente ancora oggi alla nuova Resistenza, partendo dalle donne e dall’accoglienza. Art by Shamsia Hassani
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